THE CJ SOCKET

THE CJ SOCKET, UN NUOVO INVASO ADATTABILE

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CJ SOCKET

CJ SOCKET - CJ SOCKET
"Combining Science, Art and Compassion to Provide Unprecedented Prosthetic Flexibility and Comfort"

Combinazione di scienza, arte e compassione per offrire flessibilità e comfort protesici senza precedenti, questo il motto di questa azienda ortopedica americana.
Nobili premesse ma quello che mi interessa proporvi è i loro sistema di invaso flessibile. Invaso adatto sia per amputati di arto inferiore che superiore.


Il punto di partenza, che condivido ampiamente, è quello di affrontare il tema dell'invaso dal punto del cambio di volume. Aspetto che secondo i progettisti della Cj socket technologies non è quasi mai considerato.

Dei motivi ci saranno, probabilmente per limiti tecnici, esigienze aziendali, o per essere polemico potrei pensare perchè un invaso adattabile può durarti per sempre mentre uno statico sei costretto a cambiarlo molto spesso, a beneficio di chi lo realizza.
In ogni questa è almeno la terza azienda (tutte ovviamente americane) che decide di puntare tutto su questo aspetto della progettazione.

Procediamo con ordine.
Quali sono i problemi principali che si propongono di risolvere con questo invaso rispetto a quello con volume fisso?

  • dolore all'inguine / ischio
  • pressione della parete posteriore dovuto alla seduta
  • abbassare la linea di rifinitura anteriore
  • abbassare le modifiche al contenimento ischiatico
  • rigidità di parti che possono strappare o graffiare vestiti o mobili
  • compressione degli adduttori
  • difficoltà nell' indossare l'invaso
  • riduzione dell'ingombro totale dell'invaso
  • riduzione della tenuta a causa delle variazioni di volume del moncone
  • pressione anteriore dovuta alla rigidità posteriore dell'invaso.


Il socket CJ è stato progettato per affrontare il cambiamento di volume degli arti residui (RLVC o meglio Residual Limb Volume Change).
Regolando semplicemente la chiusura, l'invaso CJ consente al paziente di mantenere facilmente un preciso adattamento volumetrico migliorando notevolmente il comfort e, di conseguenza, il tempo di utilizzo della protesi.

Tecnicamente l'invaso si compone di tre elementi principali:
La parte frontale rigida + La vela (il tessuto sul retro flessibile ma non elastico) + La chiusura regolabile dall'utente (al momento sembrano esserci tre alternative, come visibile nella foto).


Valutazione personale
Trovo il progetto molto interessante anche se, il risultato al momento sembra alquanto approssimativo rispetto a quello dei due concorrenti (LIM e M-Bionics) che hanno ingegnerizzato meglio il tutto, anche se come aspetto positivo troviamo il volume ridotto, la semplicità di realizzazione (duplicazione) e il costo ridotto rispetto a quasi i 10mila dollari dell'infinite socket.
Il risultato sembra quasi un open-source fatto per essere migliorato da chi ne ha le capacità.
Ho sempre creduto nei progetti basati sul RLVC, e non a caso sono stato il primo in Italia a promuovere il sistema della Martin Bionic quando ancora era una startup 5 anni fa.
Al momento però sembra che in Europa si punti molto al silicone negli invasi come soluzione a tutti i problemi e che personalmente trovo limitante in quanto si cambia il materiale adattandolo a tecnologie esistenti, sia che si tratti di rivestire interamente un invaso o farne la parte morbida interna.
Il silicone oltre ad avere tempi lunghissimi di lavorazione, ed un peso elevato, non risolve il problema del volume e della tenuta, anzi, pur avendo la famosa "memoria di forma" ha moduli di elesticità elevati (anche utilizzando Shore relativamente elevati) che anche se riducono la tensione in fase di carico
non fanno altro che ridurra la tenuta se sollecitati.


Flessibilità ed elasticità sono due cose completamente diverse e in questo progetto viene ampiamente specificato.
Polemiche a parte il progetto mi piace e potrebbe benissimo essere replicato senza troppi problemi e diventare spunto per invasi più performant ed esteticamente definiti.
Anzi, in Italia si fanno ancora invasi con le cinghie, pensati solo per le protesi provvisorie, ma la cosa non si è mai evoluta (come se non si cambiasse poi volume anche durante le ore della giornata, per non parlare delle stagioni).
Difetto principale , ma, gusto personale, il velcro lo trovo troppo ingombrante, rumoroso e poco studiato come soluzione.

In ogni lo scopo dell'articolo non era valutare dal punto di vista estetico il progetto ma solo spingere a considerare e rivalutare la ricerca in questo settore dal punto di vista delle variazioni volumetriche.
Per il resto un ottimo inizio.



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Il "tocco" della creazione di Michelangelo come augurio per un nuovo inizio, una nuova vita che nasce dall'incontro tra la giusta tecnologia e i reali bisogni della persona che la sceglie. Perchè per un amputato la protesi diventa un estensione della propria persona e scegliere quella giusta è un "passo" fondamentale.

 

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